Pochi ci pensano, ma i luoghi e le opere orripilanti possono anche far comodo a qualcuno. Più di un contabile vi dirà che la bellezza ha il suo prezzo, perché bisogna spendere tempo e denaro per preservarla. In periodi di crisi, la pubblica amministrazione può aggrapparsi alla bruttezza per abbattere i costi. L’aspetto sgradevole, del resto, non ha bisogno di manutenzione, perché con il passare degli anni si mantiene intatto. Forse, mentre ci ostiniamo a sognare il bello, ci sono persone che remano contro, nel cono d’ombra di un edificio in cemento: persone come Robert Flint, capo del Dipartimento della Bruttezza.
LA FILOSOFIA DI FLINT.
La bellezza, secondo Robert Flint, è dannosa. Circondati dal bello, gli uomini vivono più a lungo, e gravano per troppi anni sul sistema sanitario e sulla previdenza. Contemplano il mondo e non si dedicano al lavoro con impegno, perché la bellezza ha il potere di distogliere la mente dal dovere. Vogliono addirittura essere liberi. Tutto questo non va bene. Flint apprezza l’uomo che muore d’infarto sulla soglia dell’età pensionabile, dopo una vita priva di speranze, dedicata interamente all’incremento della produttività.
UN LAVORO NON FACILE.
Robert Flint non ha un attimo di pace. Su incarico del governo, si muove sotto copertura per garantire un livello accettabile di bruttezza. Svolge un lavoro logorante, fatto di sabotaggi e negoziati, per neutralizzare gli irriducibili amanti del bello. Ogni giorno deve vedersela con ambientalisti, artisti, urbanisti e zelanti funzionari che vogliono eliminare la bruttezza a tutti i costi.
NEMICI DI FLINT.
Flint, come ogni cattivo, ha dei nemici, che vogliono esser buoni per spirito di contraddizione o per l’influsso di qualche demone libertario. Sono i “Dispensatori di bellezza”, guidati da Tom Palmer. Come gli attivisti del guerrilla gardening, ma con un raggio d’azione più ampio, i Dispensatori agiscono nel nome dell’estetica: piantano alberi, disturbano rassegne cinematografiche dedicate al cinepanettone, danneggiano gli ecomostri con bellissimi disegni, suonano nei vicoli, restaurano catepecchie, producono opere artistiche e letterarie, creano incantevoli pupazzi.
L’ETERNO DILEMMA.
Chi vincerà? Flint o Palmer?
Ti informo che hai tre alternative:
1) riscrivere questo post insieme me per poi pubblicarlo in questi giorni nel blog "Ladri di bellezza", oppure
2) scriverne uno solo tu appunto sulla falsariga di questo, che poi te lo risposto io (ovviamente con indicazione che è scritto da te) su quel blog collettivo, oppure ancora
3) essere consapevole che non sai come e non sai quando, ma se non fai nulla io ti ruberò questo pezzo e te lo ripubblicherò di là.
Vedi tu, hai 24h a partire da ora per farmi sapere 🙂
Sai farmi ingoiare pillole dipolìtika, nonostante lamìa famosissima antipatia e avversione nei riguardi diquésta scienza.
@Cristina
Lo inserisci nel tuo blog citando la fonte? Wow!
@Elizabeth
Ma questa è fantapolitica… è il classico scenario distopico 🙂
Vince Palmer perchè c'è sempre un angolo di paradiso incontaminato nascosto da qualche parte!
Ciao Fabiola 🙂
Anche io voto per Palmer, ovviamente 🙂
Certo che citerò la fonte – quando lo farò – MA il blog non è mio: è un blog collettivo, siamo in 16 diversi autori 😉
@Fabiola (che non conosco): amen!
Ho deciso di essere positiva, così faccio iil tifo per Palmer. Per Flint, invece, prevedo un finale con condanna all'eterna bruttezza in un carcere orripilante(come solo alcuni mega palazzoni di periferia) e super affollato… così finirà per convertirsi alla bellezza!
Ciao Sonia! Un finale a dir poco perfetto 🙂 Grazie 🙂
Flint!
@cooksappe Grazie. Continua a sostenere Flint 🙂