Una ragazza timida

Mara, una ragazza dai capelli neri, è timida e violenta. Mette fuori combattimento i corteggiatori con pugni micidiali allo stomaco. Non lo fa per cattiveria: è più forte di lei…

IL MUTO INNAMORATO.
Peo, innamorato di Mara, è vittima di una timidezza non meno preoccupante. Ogni volta che una ragazza si trova nei paraggi, perde il dono della parola. (In questo somiglia a un comprimario della serie televisiva “The Big Bang Theory” e, per certi versi, anche al sottoscritto).

IL FACCIA A FACCIA.
Il sentimento di Peo è verace. Dopo mesi di tentennamenti e crisi esistenziali, il ragazzo trova il coraggio di dichiararsi. L’incontro tra i due protagonisti merita pagine tese e struggenti. Soffermatevi sul gioco di sguardi. Per trovare la giusta ispirazione, immaginate primissimi piani, come quelli dei pistoleri immortalati da Sergio Leone. Usate qualunque artificio per dilatare il tempo e raccontare ogni secondo di questo snervante confronto. Ricordate che la punteggiatura fa la differenza: mettete un punto ogni dieci righe, giocando sadicamente con l’apnea del lettore.

IL MASSACRO.
Il mutismo di Peo spiazza Mara, che resta interdetta. Tuttavia, dopo un minuto di imbarazzante silenzio, la ragazza reagisce con la solita ferocia. Un pugno allo stomaco è l’anticamera di un pestaggio in piena regola. Peo riesce a fuggire e se la cava con una prognosi di 20 giorni. Al termine della convalescenza, è pronto a pianificare nuovi assalti…

IL CORTEGGIAMENTO.
Comincia un batti e ribatti, fatto di mutismi, desideri sospesi, inviti inespressi, pugni al viso e calci che non risparmiano le parti basse. Peo impara a schivare i colpi e qualche volta passa al contrattacco, con calci pieni di gentilezza e rispetto. Anche i pugni di Mara diventano simili a goffe carezze, non prive di affetto. Intanto parenti, amici e insegnanti osservano con sgomento questo bizzarro rapporto, senza intuire il dolce sentimento che sta nascendo.

Il FINALE.
È necessario un finale triste. Lo so, è una vigliaccata, ma non ci sono alternative. Pensateci bene: due spiriti selvatici e ribelli scoprono finalmente l’amore. Avete il lettore in pugno, ma rischiate di stancarlo a furia di romanticherie. Il fidanzamento va troncato sul nascere con un evento drammatico. La morte accidentale di lui durante un incontro-scontro con Mara può servire allo scopo. Concedetevi il lusso di interrompere il mutismo di Peo con un fugace “forse siamo pronti per il primo appunt…”, prima di fargli esalare l’ultimo respiro.

L’INCIPIT.
“La vita di Mara è cominciata con un pugno”.

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