Effetto farfalla

Avete mai sentito parlare dell’effetto farfalla? Viene menzionato nel film “Jurassic Park”, dove un eccentrico matematico vestito da rockstar descrive così il singolare paradosso: “Una farfalla batte le ali a Pechino e a New york arriva la pioggia invece del sole”. In parole povere (si fa per dire): nei sistemi complessi una piccola variazione può produrre conseguenze impensabili.

INSANO PROPOSITO.
Le mie conoscenze meteorologiche sono troppo limitate. Non posso descrivere la parabola della farfalla che porta la pioggia a New York. Tuttavia, in un certo senso, sarò ancora più ambizioso. Non vi parlerò di pioggia, scrittori miei, ma di scenari apocalittici.

LA FINE DEL MONDO.
Il battito d’ali di una farfalla può causare la fine del mondo. Avete capito benissimo.

COMPRENSIBILI OBIEZIONI.
Immagino già le vostre proteste: si fa presto a parlare di Apocalisse, però tutti sanno che la potenza distruttiva di una farfalla è inferiore a quella di un filo d’erba. Ma ora basta con le proteste: le teorie matematiche più evolute non possono mentire. E ve lo dimostrerò!

IL BAMBINO NEL BOSCO.
Un bambino di nome Billy sta giocando nel prato della sua casa, quando all’improvviso una farfalla variopinta si alza in volo. I colori della farfalla attirano la sua attenzione. Billy comincia a rincorrerla e si smarrisce nel bosco. Dopo ore di cammino senza meta, cade in un dirupo e perde conoscenza. Viene ritrovato in stato catatonico da un simpatico eremita che decide di allevarlo. Il bambino accetta, perché ha perso la memoria.

DI MALE IN PEGGIO.
Billy è figlio di Brian Livingstone, un esponente di spicco del governo. Brian pensa subito a un rapimento. La colpa viene attribuita ai terroristi che da tempo minacciano la sicurezza nazionale. Ci sono tutti i presupposti per una guerra. Ora l’Apocalisse non è poi così inverosimile, perché le armi usate nelle guerre, secondo il mio modesto parere, hanno una potenza distruttiva ben superiore a quella dei fili d’erba.

BUTTERFLY EFFECT AL CINEMA.
Esiste un film intitolato “Butterfly effect” (effetto farfalla). Non l’ho visto, ma ho letto la trama. Ebbene, sembra che non parli di farfalle. Nel film “Il risveglio del tuono”, invece, lo schiacciamento di una farfalla produce cambiamenti esiziali nell’ecosistema. Mi chiedo se sia scientificamente plausibile…

Dittatore per caso

Cari scrittori, mi raccomando, non fatevi sfuggire questa trama: è il canovaccio di una storia satirica non priva di ambiguità, pensata per farvi compiere un grande balzo verso la fama. Il bersaglio della satira è talmente generico che ogni lettore cercherà un riferimento a qualche personaggio della nostra epoca, senza trovarne uno convincente. Questa vaghezza alimenterà discussioni senza fine sul vostro romanzo, che incrementeranno le vendite e (di conseguenza) il vostro conto in banca.

IL PROTAGONISTA.
Buster Muller, un vedovo di 59 anni, è impegnato senza sosta in lavoretti e riparazioni per conto di qualche vicino in difficoltà. Il suo difetto? Non riesce a mai a dire di no. Questo aspetto del suo carattere, con gli anni, ha assunto i contorni di una vera e propria patologia.

IL SOGNO DI BUSTER.
Buster ha bisogno di riposo. Non ha più l’età per ammazzarsi di lavoro. Sogna addirittura di trascorrere una settimana di vacanza al mare. Ci riuscira?

IL NOBILUOMO.
Un giorno Buster, mentre sta aggiustando uno scaffale nella sala principale di un palazzo signorile, viene interpellato da Sir Winnicott, il padrone di casa, a proposito della politica economica nazionale. Buster comunica timidamente le sue convinzioni, che a onor del vero non si discostano dal comune buon senso. Ma il nobiluomo, poco avvezzo al buon senso, è impressionato da quei semplici concetti, riconducibili alla necessità di evitare gli sprechi. Gli sembrano i capisaldi di un vero e proprio manifesto politico riformatore. Per Buster cominciano i guai…

LA CENA.
Sir Winnicott invita a cena Buster, presentandolo a un gruppo di attivisti politici che vogliono rovesciare il governo per introdurre ordine e sicurezza. Il nobiluomo, nel corso della cena, prende la parola e pronuncia queste parole: “D’ora in poi Buster Muller sarà il vostro capo. Con la sua saggezza vi guiderà alla conquista del potere”. Tutti accettano di buon grado, forse a causa del fatto che il nobiluomo è il principale, se non l’unico, finanziatore del loro movimento politico estremista. Buster tenta di defilarsi con qualche scusa, ma la sua rìtrosia viene scambiata per modestia e affascina gli astanti, che riconoscono in lui le doti di un vero leader.

GLI EVENTI PRECIPITANO.
Buster non ha più tempo per il bricolage, né tantomeno per organizzare la sua sospirata vacanza al mare. Viene costantemente interpellato da questo o quell’attivista per un consiglio o per un ordine. Buster si limita a fare considerazioni pacate, che vengono sistematicamente fraintese. L’episodio più eclatante si verifica in una fredda giornata autunnale. Una sommessa critica alla politica economica del primo ministro in carica, espressa da Buster sottovoce e con scarsa convinzione, viene scambiata per una chiamata alle armi, L’ora X, nella mente dei seguaci, è scattata. Il tamtam sull’imminenza della rivoluzione è inarrestabile. I dubbi svaniscono e dalle parole si passa ben presto ai fatti…

PERFIDO DITTATORE SUO MALGRADO.
Due anni dopo la morte di Sir Winnicott, la situazione è questa: Buster è il capo indiscusso di uno stato dittatoriale e non ha un momento libero. Altro che vacanze al mare. Tutte le sue affermazioni, anche le più innocenti, vengono considerate messaggi in codice che nascondono dichiarazioni di guerra o terribili punizioni per ipotetici sobillatori.

Il FINALE.
Buster conquista un impero a furia di guerre e muore senza riuscire a concedersi una vacanza al mare. Per questo, forse, il suo testamento contiene un solo desiderio: “Crematemi e spargete le mie ceneri in mare”. Si tratta dell’unico vero ordine che il dittatore abbia mai impartito. Ma sarà disatteso, perché per lui è pronto un imponente mausoleo.

 

Lo sconosciuto

Un supereroe da manuale non può essere onnipotente, perché i cattivi devono coltivare qualche illusione sulla possibilità di conquistare il mondo. Per fortuna i supereroi fanno sempre i conti con la zavorra psichica dei loro buoni sentimenti. La bontà è uno svantaggio, perché provoca coflitti interiori e tentennamenti che possono decidere l’esito di una battaglia. Per questo i cattivi, quando sono con le spalle al muro, prendono in ostaggio persone indifese: il timore di mettere in pericolo la vita di qualche innocente è un pesante fardello per un supereroe coscienzioso.

L’ESPEDIENTE DEL PUNTO DEBOLE.
La bontà, naturalmente, non basta: ci vuole ben altro per rendere realmente vulnerabile un Difensore della Terra dotato di poteri eccezionali. Lo sanno bene coloro che fanno argute considerazioni sulla necessità di un punto debole per controbilanciare i superpoteri, affermando che questo trucco ha origini antiche, per non dire omeriche. Achille, con il suo famigerato tallone, è il padre nobile di Superman, un semidio contemporaneo che si arrende solo davanti alla kryptonite.

UN’IDEA SUGGESTIVA.
Mi affascina l’idea di un supereroe che usa le sue facoltà sovrumane con parsimonia a causa di fobie o idiosincrasie. Vi faccio qualche esempio: un uomo con il dono dell’ubiquità poco amante del presenzialismo; un individuo spaventato dalle armi che possiede e maneggia con abilità una spada invincibile; un mago illuminista. Oppure un eroe come Howard Smith…

CHI È HOWARD SMITH?
Dietro la maschera di Fox, un supereroe vestito con un costume rosso che gli dona un aspetto vagamente simile a quello di una volpe, c’è Howard Smith, un piccolo imprenditore informatico. Fox è un supereroe con un mucchio di superproblemi, come vuole la tradizione Marvel. Il destino (sotto forma di un misterioso meteorite che ha colpito la sua casa, creando un campo magnetico capace di provocare mutazioni genetiche) gli ha donato poteri telecinetici terribili che adopera controvoglia, a causa di alcuni effetti collaterali. Può spostare una portaerei con il pensiero, ma dopo ogni combattimento perde le facoltà visive e i suoi poteri per due giorni. Si tratta di un inconveniente non da poco, perché Howard è letteralmente terrorizzato dal buio. Solo Polly, la sua amatissima moglie, conosce la vera identità di Fox.

L’UOMO MISTERIOSO.
Dopo aver annientato uno scienziato pazzo che aveva aspirazioni poco originali (il classico fanatico con il pallino della conquista del mondo), Fox si trascina in un vicolo per togliersi il costume e indossare gli abiti civili di Howard, mentre le sue facoltà visive declinano rapidamente. È ormai cieco quando finalmente raggiunge il suo appartamento. Varcata la soglia di casa, Howard chiama ripetutamente Polly. In risposta riceve solo qualche mugolio impotente, perché Polly è legata e imbavagliata. E c’è uno sconosciuto in casa…

ATTENZIONE.
La trama che vi sto proponendo è per molti ma non per tutti. Di certo non è per scrittori dozzinali. In questa fase della storia serve uno scrittore abile nell’immedesimazione e capace di delineare il cortocircuito psichico di una persona sull’orlo del baratro. Howard si trova in una situazione che potremmo definire “borderline”: al terrore per il buio si somma l’angoscia per la presenza di uno sconosciuto che potrebbe fare qualsiasi cosa.

COSA SAPPIAMO DELLO SCONOSCIUTO?
Chi è lo sconosciuto? Forse è uno psicopatico che vuole torturare e uccidere un’ordinaria coppia di americani, schifato dall’ultima commedia romantica di Jennifer Aniston. Abbiamo un’unica certezza: lo sconosciuto non ha sospetti sull’identità segreta di Howard. O meglio, non ne ha ancora.

HOWARD, IL TEMPOREGGIATORE.
Howard deve vincere le sue paure e dialogare con lo sconosciuto per prendere tempo, perché fra due giorni recupererà la vista e i suoi poteri.

L’APPARENZA INGANNA.
Insomma, quello che sembrava un romanzo dal sapore fumettistico si è trasformato in un thriller psicologico, che prevede serrati scambi di battute e flussi di coscienza. Howard, per distogliere l’attenzione dello sconosciuto da eventuali propositi violenti, gli fa una precisa richiesta: “Raccontami qualcosa della tua vita. Qualsiasi cosa”. Il suo interlocutore non si fa pregare. Si scopre che l’uomo è un fan sfegatato di Fox, perché ammira gli eroi senza debolezze. Howard spera che allo sconosciuto non venga in mente di aprire la valigia che contiene il costume di Fox. La valigia, in quel contesto, è uno scrigno di debolezze che il suo ospite indesiderato non apprezzerebbe: la caduta di un mito è sempre scioccante per gli squilibrati.

LA RIVELAZIONE.
In realtà sappiamo tutti che lo sconosciuto aprirà la valigia. E sappiamo anche che reagirà male. Ecco il mio ultimo consiglio (per oggi). Cari scrittori, giocate questa carta quando la guarigione di Howard sarà imminente. Esigo una narrazione accurata dei 10 minuti più lunghi della sua vita…

L’artista contemporaneo

La crisi di mezza età può cogliere all’improvviso il protagonista del vostro romanzo, mutando il corso della sua placida esistenza borghese. Gli effetti più dirompenti di questo disturbo si osservano nei protagonisti al di sopra di ogni sospetto, negli uomini pacifici, abitudinari e senza qualità. Ve ne presento uno: Paolo Marchetti, un oscuro impiegato del catasto segnato dal fallimento del suo matrimonio e poco avvezzo alla frequentazione del gentil sesso. Paolo è perfetto, uno sfigato senza prospettive.

L’EVENTO SCATENANTE.
Un giorno Paolo si imbatte, per un capriccio del caso, in una mostra d’arte contemporanea. La sua attenzione è rapita dalla stranezza delle opere esposte. Osserva con stupore biciclette rotte, ruote con raggi divelti, manubri piegati, telai fracassati con pietre e martelli. L’autore di tali misfatti creativi è un amico perso di vista da anni, ormai ricco e famoso…

L’ILLUMINAZIONE.
Paolo, a onor del vero, non ha mai mostrato alcun talento artistico. Tuttavia l’arte contemporanea gli sembra un’occasione da non perdere. “Posso farlo anch’io”, pensa mentre si documenta sulle creazioni artistiche apprezzate dagli intellettuali più snob, acquistate a caro prezzo dai collezionisti di tutto il mondo: rifiuti ammucchiati, aria fritta imprigionata in barattoli numerati, tele tagliate, oggetti d’uso quotidiano impacchettati, per citare solo alcuni esempi. Il mediocre funzionario catastale non coglie le riflessioni sulla postmodernità suggerite da tali capolavori. Non si interroga sui loro significati nascosti, né tanto meno sente il bisogno di aggiornare il suo misero bagaglio tecnico. Vuole solo gettarsi nella mischia, con l’entusiasmo infantile del dilettante temerario.

Il DISTRUTTORE.
Paolo inventa una provocazione estrema. Smessi i panni del burocrate, diventa un distruttore di opere d’arte. Compra tele e statuette a buon mercato e le trasfigura con mutilazioni, sfregi, secchiate d’inchiostro, scarabocchi e bruciature. Le macerie caotiche che ottiene, esposte inizialmente nel suo giardino di casa, attirano ben presto l’attenzione della critica più influente. Paolo ottiene in pochi mesi fama e successo. Grazie ai soldi guadagnati, acquista e danneggia opere di artisti blasonati, provocando il loro sdegno, ma le polemiche non scalfiscono il suo successo e anzi concorrono ad alimentarlo. Tutto sembra filare liscio, fino a quando non compare un discepolo di Paolo, ancor più radicale del Maestro: un distruttore di artisti. Il misterioso maniaco vuole realizzare il suo capolavoro per chiudere il cerchio: la distruzione del distruttore di opere…