Aliens

Alieni per libri di fantascienza.

Gli abitanti di C3xSolon hanno costruito nell’arco di millenni una civiltà socialmente progredita. Lo dimostra il loro netto rifiuto di acquistare prodotti enogastronomici inglesi. Secondo dati attendibili nessuno di loro ha mai usato il nome del pianeta come password. Una prova inconfutabile della loro grande intelligenza è l’avversione per i dischi dei cantanti neomelodici. Non mancano però testimonianze sull’uso di tali dischi, al posto di quelli volanti, per sottomettere popoli delle galassie vicine, tramite diffusione di terrificanti onde sonore.

I Gammesiani, abitanti di un piccolo pianeta della Galassia di Andromeda, hanno sviluppato una tecnologia per i viaggi spaziali che consente di superare la velocità della luce. Ma fingono di non possederla per non correre il rischio di entrare in contatto con gli svizzeri.

Sulla Terra sbarcarono umanoidi dotati di enormi poteri psichici. Volevano conquistare il mondo, ma furono traditi dall’ingenuità. Il sospetto di un’invasione degli ultracorpi si fece strada quando Angela Merkel cominciò a caldeggiare l’entrata degli alieni nell’Unione Europea.

La trattativa con gli abitanti di Spheron sembrava a buon punto, ma fallì perché un ufficiale della marina italiana proiettò per errore sullo schermo della teleconferenza l’ultima puntata di Temptation Island.

Jack è nei guai

Questa volta il protagonista è Jack Spirofsky, una vecchia conoscenza che ogni tanto torna. Qui lo vediamo in una storia inclassificabile, che sembra pensata apposta per complicare il lavoro dei librai (e infatti lo è). In quale scaffale sarà inserito il libro?

CAPITOLO 1.
Jack Spirofsky è nei guai. Sappiamo solo questo di lui. Percorre i marciapiedi di New York con la sensazione di essere sempre contromano. Nelle vicinanze di un pub irlandese s’imbatte in Jimmy, un collega. “Ti offro da bere, Jack?”. “Mi spiace, Jimmy, sono nei guai”. “Ah, allora sarà per un’altra volta”. “Ma certo, prima però devo uscire da questa situazione”. “Tieni duro, Jack”. “Anche tu, Jimmy”.

CAPITOLO 2.
Jack incontra una donna, Susan. Escono, parlano di libri. Lei lo invita a salire. Jack accetta. Il resto potete immaginarlo. Ma sarà bene descriverlo lo stesso in una decina di pagine. Una rampa di scale. Un appartamento piccolo ma accogliente. Una stanza riscaldata da un caminetto. Un drink. Uno spogliarello. Una notte di fuoco. “Ti rivedrò?” gli dice Susan. “Mi spiace, sono nei guai”. “Peccato”.

CAPITOLO 3.
Burt, un amico di Jack, ha pestato i piedi a un mafioso che controlla il contrabbando di alcolici. Cerca di confidarsi con il nostro eroe. Niente da fare. “Mi spiace Jimmy, sono nei guai, dovrai cavartela da solo”.

CAPITOLO 4.
Jack esce dai guai. Incontra Duke, un vicino di casa insopportabile. “Jack , ti va di berci qualcosa?”. “Non posso, sono nei guai”, taglia corto Jack. “Ma non è vero, ho sentito dire che ne sei uscito”. “Ok, lo ammetto. È solo che mi stai sul cazzo”. “Grazie per la sincerità, Jack”. “Di niente, Duke”.

CAPITOLO 5.
Jack incontra di nuovo Susan. È ancora innamorata di lui. Lo invita nel suo appartamento. “Sei ancora nei guai, Jack?”. Il nostro eroe non riesce a mentire, anche perché Susan ha l’accortezza di fargli la domanda mentre si toglie il reggiseno. “No, va tutto a gonfie vele”, risponde Frank. “Sposiamoci”. “Ne sei sicura?”. “Certo, non sei più in cattive acque, giusto?”. “No, ma…”.

CAPITOLO 6.
Jack e Susan si sposano. Duke non è stato invitato. Burt è morto, ucciso dalla mafia. Luna di miele ai Caraibi.

CAPITOLO 7.
Di ritorno dal lavoro, Jack ha una brutta sorpresa. “Ho invitato a cena mia madre”, gli dice Susan. “Ah”, risponde Jack. E ripensa con nostalgia al periodo in cui era nei guai.

Sogni

I personaggi sognano, proprio come chi esiste. Ma i loro sogni non sono come i nostri. Da essi scaturiscono improvvise illuminazioni, prese di coscienza, chiavi del mistero, memorie ritrovate. La coltre di nebbia si dirada; il personaggio ripensa ai sogni mentre noi siamo troppo occupati a dimenticarli. Il nostro eroe si sveglia, ha un attimo di smarrimento, è colpito da un dettaglio che gli era sfuggito. Ora sa finalmente cosa fare.
Cari scrittori di potenziali bestseller, il mercato esige da voi quei maledetti sogni. Ma io ne ho altri, di genere ben diverso. Per romanzi che saranno acclamati dagli psicoterapeuti post-freudiani. Fatene buon uso.

Ti trovi in una stanza fredda. Entra Bruno Vespa. Il freddo aumenta. “Avrei solo una domanda”, ti dice. “Io invece ne ho mille”, rispondi mentre ti lanci verso la porta. Ma è chiusa. Là fuori ci sono mille risposte che non avrai. Bruno Vespa incombe. Ora è dietro di te…

La tua astronave ha perso la rotta. Dalla base fanno sapere che devi contattare Pierferdinando Casini. Lui conosce e memoria la mappa. Cominci a urlare. Non vuoi seguirlo nel grande centro.

Sei seduto su una sedia scomoda. Legato. Al buio. La porta si apre ed entra una creatura avvolta in un debole chiarore. È Carlo Giovanardi. Nelle mani ha un dizionario e una lanterna. Te lo porge e avvicina la lanterna per farti luce. Cerchi affannosamente “pietà” in quel libro. Non la trovi. Giovanardi ride. Il suo volto è come quel dizionario. Certe parole non potrai mai trovarle neppure lì. Per te è finita. Giovanardi mostra i denti e punta il dito verso di te. Ripete due o tre volte che sei uno schifoso rifiuto della società. Ora nella sua mano non c’è più una lanterna. C’è un manganello.

Sei su una nave che sembra vuota. Di colpo noti Maurizio Costanzo. E la nave ti sembra fin troppo piena. Il mare è in tempesta. Non ti reggi in piedi. Cominci a soffocare. Noti che Costanzo ha una bombola di ossigeno. “Consigli per gli acquisti”, dice sorridendo mentre la barca ondeggia senza fargli perdere l’equilibrio. Ti frughi nelle tasche. Non hai soldi da dargli. Non hai speranze.

La salvezza dell’umanità dipende da te. Il codice segreto per disinnescare la bomba è in un disco. Devi solo accendere il computer e inserirlo. Bravo, così. Non è difficile. Hai tutto il tempo. Ma all’improvviso qualcosa ti toglie il sorriso. Quella dannata scritta. Il sistema operativo è Windows Vista. Non ce la farai mai.

La decisione

Cari scrittori, ecco un’idea per il romanzo più stupido è insensato che sia mai stato concepito da mente umana. Prevedibile domanda: perché dovremmo scrivere una storia di tal genere? Non c’è un motivo particolare: è insensato anche questo post.

CAPITOLO 1.
Finley decide che non userà mai più l’automobile in vita sua. La moglie, gli amici e i parenti non capiscono. Non ha fatto incidenti. Non è successo niente. Tentano di farlo ragionare. Ma lui è irremovibile.

CAPITOLO 2.
Flashback sull’infanzia di Finley: il suo affetto per i nonni, l’educazione severa di suo padre, l’amore non corrisposto per Jane, una compagna di classe. Nessun trauma in qualche modo collegato alle automobili. Insomma, un flashback inutile.

CAPITOLO 3.
Un momento: scopriamo che William, il padre di Jane, è un meccanico. E se questa fosse la spiegazione?

CAPITOLO 4.
No, niente. William ripara motociclette.

CAPITOLO 5.
Colpo di scena. Finley si rende conto di non odiare le automobili. E riprende a guidare.

CAPITOLO 6.
Finley decide che non salirà più sui marciapiedi. Ma questa volta nessuno si preoccupa. Ora sanno che è fatto così: prende decisioni a caso.